Sgarbi – Franceschini : uno pari.

Francesca Rocchi

Ieri alle 15

Il patrimonio culturale dell’ Italia e la capacità di promuoverlo.
Ai miei sette-otto lettori propongo qualche riflessione dopo aver letto il faccia a faccia tra il ministro della Cultura Dario Franceschini e Vittorio Sgarbi pubblicato dal Sette del Corriere della Sera di venerdì 17 marzo. Per inciso l’allegato è un numero quasi monografico con tanti articoli dedicati all’arte, ai musei, a mostre, eventi, restauri  ecc. Vorrei trovarne uno così in edicola ogni settimana.
Sgarbi non è un giornalista propriamente detto, Sgarbi è Sgarbi, per cui la cosiddetta intervista che lui fa a Franceschini inizia con un ‘doveroso’ auto-incensamento che comunque non danneggia affatto Franceschini …Dico questo perché io sono una ‘fan’ di Sgarbi MA ANCHE, come direbbe Veltroni, di Franceschini : non posso non notare il piglio sempre piuttosto competitivo con cui Sgarbi sfoggia la sua superiorità…Qui però non si percepisce aggressività, i due stanno in qualche modo facendo un gioco di squadra e io mi auguro, davvero, che sia un gioco vincente.
Si parla, nell’articolo, dei risultati conseguiti in questi quattro ultimi anni: i visitatori dei musei statali sono passati da 38 a 45,5 milioni. Si parla di promozione, di bonus, di incentivi, di valorizzazione di tutto il patrimonio, e di turisti da portare anche nei centri minori…Ad un certo punto (si tratta di un articolo di quasi sei pagine) Franceschini ricorda a Sgarbi il loro disaccordo sulle nomine di direttori non italiani nei musei. Sgarbi precisa la sua posizione, che non è cambiata. Cito testualmente: ” Insisto, hai sbagliato. Hai un esercito con bravi generali, hai venti posti, io cinque agli interni li darei…Mai la Francia nominerebbe un italiano a dirigere il Louvre…Quindi gli Uffizi vanno a un italiano, Capodimonte anche, sul resto puoi giocare, Bargello puoi darlo a un tedesco…”
Risponde Franceschini :” La prima volta la selezione ha individuato sette non italiani su venti, perché in Italia c’e’ una grande professionalità per la tutela ma i direttori di musei non hanno avuto il tempo di formarsi come manager, quel ruolo non c’era, era svolto artigianalmente da funzionari. Ora abbiamo nominato i secondi dieci e sono tutti italiani…”
E aggiunge più avanti ” …Oggi un turista che va in museo non si accontenta di vedere una bella collezione. Vuole vivere un ‘esperienza, vuole avere laboratori didattici, sistemi multimediali, caffetteria, ristorante..image.jpeg
Concludo qua, per i dettagli rinvio all’articolo. Ma vorrei tanto che i miei sette lettori veneti (mi rivolgo quantomeno a loro per motivi di vicinanza) se sono d’accordo con questa mia sintesi ‘perdano’ un pomeriggio per visitare il Museo Archeologico Nazionale di Adria : non ricordo se ha la Caffetteria e il Ristorante ma per il resto ha tutto : le collezioni, la bellezza, i percorsi didattici, le proposte, le conferenze, il coinvolgimento delle scolaresche…Una vera perla. E un’altra mezza giornata vorrei la dedicassero al Museo di Quarto d’Altino.(Prometto che riprenderò a pubblicare qualcosa qui su WordPress, che continua a far circolare i miei precedenti articoli senza farmi fare alcuna fatica, e prometto soprattutto tante fotografie 😊.)
Francesca Rocchi

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Informazioni su francescarocchi

Sono giornalista medico-scientifico. Attualmente lavoro come medico di controllo per l'Inps. Sono appassionata di natura ed ambientalista della prima ora. Sono anche molto amante della musica, di jazz in particolare. Il mio "Uomo-mito" è Piero Angela.
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