Gli internisti sanno tutto…

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Gli internisti sanno tutto e non fanno niente.
I chirurghi non sanno niente e fanno tutto.
Gli psichiatri non sanno niente e non fanno niente.
Gli anatomo patologi sanno tutto e fanno tutto, ma ormai e’ troppo tardi…

Circolava questa battuta all’Universita’ fino a pochi anni fa, e ottiene sempre un certo effetto quando la riporto anche se a volte io inverto gli internisti con gli psichiatri, perché’ anche questi ultimi in realta’sanno tutto come gli internisti, anche se il loro sapere naviga su un altro piano. Da un po’ di anni sto molto poco sui libri di medicina, purtroppo, e molto sulle carte e sui problemi dei pazienti. Il loro scontento e’ palpabile ma ad essere messa in discussione non e’ quasi mai la competenza degli specialisti, sempre o quasi quella dei medici di Medicina Generale. I medici di famiglia sono messi in croce perche’ da un lato le aspettative dei pazienti, grazie alle informazioni rese disponibili a tutti dai mass media e da internet, sono enormemente aumentate, dall’altro la disponibilità di ‘salute a buon prezzo’ e’ diminuita perche’ sono diminuite le risorse pubbliche. In mezzo l’armamentario burocratico fatto non più di carte ma di strumenti informatici sempre più frettolosi, freddi e poco ‘amichevoli ‘.
Tra i miei testi ho trovato la trascrizione di una Conferenza tenuta nel 1978 a Venezia, all’Ateneo Veneto, dal Prof. Arturo Ruol, allora Ordinario di Patologia Medica all’Università di Padova. Ne trascrivo solo un breve stralcio (nel complesso era piu’ di un’ora di conversazione) che trovo suggestivo e perfino un poco inquietante nella sua attualità.

LA POSIZIONE DEL MEDICO GENERALE NELLA SOCIETÀ ODIERNA .
Il Medico generale e il paziente.
” La posizione del medico generale di fronte al paziente non e’ facile. Il malato – edotto dalla propaganda e dalla stampa di divulgazione scientifica – oggi non va più dal medico con la fiducia trepida e affettuosa di chi cerca qualcuno che lo aiuti, non intende più venir curato, ma vuole guarire sempre e bene, attribuendo i risultati negativi alle qualità negative del singolo medico.
Non accetta più la figura del medico di un tempo, cui bastavano lo stetoscopio e l’apparecchio della pressione. Non accetta una medicina lenta, fatta di esami clinici protratti e poco numerosi, non accompagnati da alcun intervento attivo effettuato con tecniche sofisticate. Vuole subito – prima ancora di essere visitato – le radiografie, gli esami completi del sangue (magari senza sapere quali), le indagini più sofisticate della medicina nucleare. Si reca perciò subito dallo specialista.
Lo specialista, in questo caso, dovrebbe riferire il suo giudizio al medico generale, il quale ne dovrebbe tener conto, coordinandolo con le altre informazioni in suo possesso e con i rilievi da lui stesso effettuati.
Invece tra l’internista generale e lo specialista si e’ venuta a creare una specie di rivalità socio-economica. L’internista comincia a perdere il suo paziente e perciò comunica meno con lo specialista. Lo specialista si sente più a suo agio perché e’ stato proclamato esperto nel suo campo e presume che da lui il paziente riceverà cure migliori che dal medico generale.
E’ piuttosto raro che uno specialista richieda il parere di un medico generale: in genere egli si rivolge preferibilmente ad un altro specialista. [Ricordo il caso di mia madre che anni fa fu colpita da una malattia reumatica molto dolorosa ma curabile, sospettata e poi diagnosticata dal suo medico di base che, nel corso di una conversazione telefonica con uno specialista fu da questi redarguito e offeso, in mia presenza, perché a detta di quest’ultimo si sarebbe trattato sicuramente di una forma neoplastica, anche piuttosto avanzata. N. d. r. ]
Gli specialisti poi sono incapaci di operare senza l’ausilio di tecniche sofisticate. Ne deriva che il malato viene preso in cura da un gruppo di medici anziché da un medico solo, e viene sottoposto a una serie di esami non tutti indispensabili, non tutti innocui, non tutti bene sopportati.
Forse molti malati sono soddisfatti di avere tanti medici e tanti esami a loro disposizione, ma non si rendono conto che le malattie – soprattutto croniche e soprattutto nelle persone anziane – sono raramente isolate. Molto spesso la patologia e’ multipla e complessa. Il pericolo per il paziente e’ che uno specialista anche di valore, consideri un aspetto del quadro morboso di sua competenza e trascuri gli altri, anche preminenti per importanza.
Solo il medico generale può impostare fin dall’inizio gli esami che occorrono per una diagnosi, solo il medico generale stabilisce il reale significato dei reperti, solo il medico generale indica una gerarchia e una priorità tra i problemi da affrontare.”

Prof. Arturo Ruol, Ordinario di Patologia Medica all’Universita di Padova, 1978.

A cura di Francesca Rocchi.
Fotografie Francesca Rocchi.

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Informazioni su francescarocchi

Sono giornalista medico-scientifico. Attualmente lavoro come medico di controllo per l'Inps. Sono appassionata di natura ed ambientalista della prima ora. Sono anche molto amante della musica, di jazz in particolare. Il mio "Uomo-mito" è Piero Angela.
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